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IL CUORE DEL POTERE DAL SIGNORAGGIO BANCARIO ALLA DESOVRANIZZAZIONE DEGLI STATI Autore: ANDREA BRESCHI Pagine: 240 Edizioni: TERRE SOMMERSE ● DISPONIBILITÀ IMMEDIATA ACQUISTA ONLINE COMPRALO SU AMAZON IL SIGNORAGGIO BANCARIO
di Andrea Breschi Il signoraggio è un argomento che viene sistematicamente taciuto dalla narrazione dei principali organi di informazione con rare eccezioni, quando non addirittura dissimulato o negato da parte di politici, parlamentari, capi di governo, ministri, presidenti, sindacati, gran parte dei magistrati e persino da esponenti di ordini professionali, molto probabilmente per non “infastidire” i detentori del grande potere economico-finanziario che tirano i fili e stanno dietro al potere politico.
Infatti è proprio nei meccanismi quasi sconosciuti (per la maggior parte delle persone) del signoraggio, che risiede l’origine, il cuore del vero potere politico ed economico che gestisce e manipola i governi dei singoli stati, non solo dell’Unione Europea, ma ormai di quasi tutto il pianeta. Per spiegare il concetto del “signoraggio bancario” in modo da renderlo semplice e comprensibile proprio alle persone che non lo conoscono, eviteremo di prendere in considerazione le definizioni tecniche, di parlare dei suoi aspetti storici e della etimologia dei termini, ci avvarremo invece di alcuni esempi pratici. Per signoraggio bancario s’intende l’immenso potere economico, e di conseguenza politico, che le banche centrali e le banche commerciali (per la moneta scritturale) traggono dal privilegio, loro concesso in esclusiva, di gestire in completa autonomia l’emissione di moneta a corso legale, creandola dal nulla. ACQUISTA ONLINE IL LIBRO:
IL CUORE DEL POTERE DAL SIGNORAGGIO BANCARIO ALLA DESOVRANIZZAZIONE DEGLI STATI Il cuore del potere propone una ricostruzione dei più significativi eventi del secolo scorso legati alla progressiva affermazione della moneta a debito nelle economie dei popoli, risale a documenti storici ufficiali, dichiarazioni di economisti, uomini illustri e premi Nobel che negli ultimi decenni hanno dato importanti contributi a questi temi. ● DISPONIBILITÀ IMMEDIATA Distinguiamo varie forme di signoraggio, prevalentemente il signoraggio primario e quello secondario. Esiste anche il signoraggio terziario di cui accenneremo solo brevemente essendo di interesse marginale in questa trattazione.
SIGNORAGGIO PRIMARIO Il signoraggio primario è dato dalla differenza tra il costo di produzione della moneta (che per le banconote è mediamente di 10 centesimi l’una, mentre per la moneta digitale è zero) ed il suo valore nominale, di cui si appropria l’autorità che gestisce e controlla l’emissione della moneta. In pratica supponendo che per una banconota da 100 euro il costo di produzione sia di 10 centesimi, il valore del signoraggio è di euro 99,90 per ciascuna banconota immessa in circolazione. Mentre per la moneta elettronica, corrisponde al 100% del valore nominale Il concetto di signoraggio è strettamente legato a quello di sovranità monetaria, vediamo perché. Uno Stato democratico e sovrano ha il diritto di provvedere direttamente alla creazione della moneta di cui necessita per far funzionare il proprio sistema economico, politico e sociale. Quindi l’emissione di moneta sovrana e libera da debito, consente agli organi statali preposti (usualmente il Ministero del Tesoro) di:
Ecco perché nel Paese a moneta sovrana, si raggiunge velocemente un incremento delle attività lavorative e dell’occupazione, con conseguente sviluppo economico, crescita del benessere sociale e del livello medio d’istruzione dell’intero Popolo. Questo è stato generalmente osservato, sia pure in misura ed epoche diverse, ogni volta che un Paese abbia potuto avvalersi della propria moneta sovrana e fintanto che ciò gli è stato consentito. Valga un esempio tra tutti: la formidabile crescita economica accompagnata da un diffuso benessere sociale per l’epoca, verificatosi in Germania tra il 1933 ed il 1939, (spesso indicato con il termine di miracolo economico tedesco): La Germania, umiliata e ridotta alla fame sotto il giogo economico imposto dal trattato di Versailles, proprio mentre il resto del mondo sprofondava nella disoccupazione e nella recessione economica dilagante scatenata dalla crisi del 1929, sorprese il mondo risollevandosi dalle sue condizioni disastrose. Il ripristino di una sovranità monetaria indipendente con l’emissione di moneta sovrana libera dal debito, assieme ad un esteso programma di lavori pubblici, portò rapidamente al raggiungimento della piena occupazione (con il riassorbimento di 7 milioni di disoccupati in soli 4 anni e l’azzeramento della disoccupazione involontaria). Venne ricostruito un potente apparato industriale, e nel giro di 5 anni la Germania riuscì a trasformare una economia in bancarotta gravata da rovinosi obblighi di risarcimento postbellico, nel più forte sistema economico d’Europa, tanto da arrivare rapidamente a giocare il ruolo di potenza mondiale. E tutto questo fu fatto senza aver bisogno di oro o di emettere titoli di debito per finanziare il proprio governo. Quindi, l’esercizio della sovranità monetaria, è essenziale affinché una Nazione ed il suo Popolo possano raggiungere e mantenere il benessere economico e sociale ed un’adeguata crescita culturale. Malgrado ciò, lo Stato italiano attraverso un percorso durato molti decenni, ha di fatto ceduto la propria sovranità monetaria ad un sistema bancario privato: l’Eurosistema, al cui vertice è la BCE e di cui fa parte anche la Banca d’Italia assieme a tutte le altre banche centrali nazionali. Vediamo quindi attraverso un esempio, come e dove il governo italiano prende il denaro per finanziare il proprio deficit di bilancio. Poniamo che il Governo abbia bisogno di 10 miliardi di euro. Non potendo emettere direttamente la propria moneta sovrana, provvede ad acquistare gli euro da Banca d’Italia che, in esclusiva e su autorizzazione della BCE, ne gestisce l’emissione in Italia. Ma questi euro non vengono accreditati allo Stato italiano come dovrebbe accadere sulla base del principio che a dare loro valore d’acquisto è il popolo che l’accetta, ma vengono di fatto “venduti” e quindi addebitati, al valore nominale complessivo, (nel caso di esempio 10 miliardi), sulla base del principio secondo cui sono di proprietà dell’Eurosistema. Vediamo come avviene la vendita: Il Ministero dell’Economia e delle Finanze emette 10 miliardi in titoli di garanzia, ossia obbligazioni di Stato, BTP (oppure BOT, CCT, CTZ ecc.), acquistabili ad un prezzo scontato rispetto al valore nominale (per semplicità nel nostro esempio fingiamo che non vi sia lo sconto di cui quindi non terremo conto) e fruttiferi di interessi tramite cedole periodiche. Tali titoli, possono avere una durata temporale variabile e giunti alla scadenza vengono rimborsati al sottoscrittore per l’intero capitale nominale. Questi 10 miliardi di titoli, contrariamente a quanto accadeva in passato, non vengono ceduti direttamente alla Banca d’Italia, ma trattati in aste dedicate, alle quali possono partecipare esclusivamente intermediari finanziari autorizzati proprio da Banca d’Italia, chiamati “specialisti in titoli di Stato”. Dalla lista di tali intermediari, pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, apprendiamo che questi specialisti in titoli di Stato, sono quasi tutti costituiti da società e grosse banche internazionali private, delle quali alcune (Intesa San paolo e UniCredit), detengono il maggior pacchetto di “partecipazioni” della stessa Banca d’Italia. Basterebbe questo per comprendere l’enorme conflitto di interesse esistente a carico di Banca d’Italia e degli intermediari e perché siamo ormai pienamente ricattabili dallo “spread” e dai cosiddetti mercati finanziari. I 10 miliardi di titoli di Stato, vengono poi acquistati da Banca d’Italia, pagandoli con 10 miliardi di euro di nuova emissione, creati dal nulla a costo zero, non coperti né da oro né da alcun’altra garanzia. Al contrario, i titoli di Stato di cui entra in possesso Banca d’Italia, sono garantiti dal Popolo italiano, il quale col proprio lavoro e subendo un crescente prelievo fiscale, assicura il pagamento dei relativi interessi cedolari ed il rimborso del capitale nominale alla scadenza dei titoli stessi. La Banca centrale, detentrice dei titoli di Stato acquistati, può:
Questi 10 miliardi, rappresentano il guadagno da signoraggio bancario. Quando la vendita dei titoli da parte dello Stato avviene nei confronti di comuni cittadini, il rapporto debito-credito rimane all’interno del Paese ed ha prevalentemente lo scopo di consentire al cittadino di proteggere i propri risparmi, frutto del proprio lavoro. Invece i 10 miliardi percepiti mediante il signoraggio, rappresentano il valore sottratto dai banchieri centrali alla comunità senza ad essa dare nulla in cambio, valore che, per la maggior parte, non viene riversato nel sistema economico del Paese, ma esce dai confini nazionali. Si consideri poi che i governi, per coprire i deficit di bilancio sono ogni anno praticamente costretti a rinnovare i titoli in scadenza, ed a richiedere ulteriore moneta in cambio di nuove obbligazioni di Stato, per pagare gli interessi annuali maturati sui titoli stessi. In realtà è in questo modo che principalmente si genera il debito pubblico, un debito pubblico progressivamente crescente, per ripagare il quale lo Stato ormai privo della possibilità di emettere moneta sovrana, non ha altra strada che aumentare la pressione fiscale sui cittadini, che non a caso, negli ultimi 60 anni è continuamente cresciuta raggiungendo a dicembre 2019 (stando ai dati ISTAT, giudicati sottostimati da vari economisti), un valore pari a circa il 43 % del PIL. Appare ora più comprensibile la portata ed il danno per i singoli stati che, al fine di poter entrare nell’Unione europea inseguendo il sogno dell’unione dei popoli, hanno rinunciato ad esercitare la propria sovranità monetaria, sottoscrivendo trattati che li costringono ad accettare l’euro come unica moneta legale, interamente gestita e prodotta in regime di monopolio dal sistema privato delle banche centrali (SEBC). Maurice Allais, fisico, economista e Premio Nobel per l’economia nel 1988, in un suo lavoro dal titolo “la crisi mondiale dei giorni nostri” pubblicato in Francia nel 1998, invocando profonde riforme delle istituzioni finanziarie e monetarie e riferendosi alla attuale situazione, scrive: “Oggi i redditi da signoraggio provenienti dalla creazione di moneta sono spartiti tra mani ignote, senza che nessuno possa realmente identificare chi è che ne trae profitto. Questi redditi non fanno che causare ingiustizia e instabilità e, favorendo investimenti non realmente redditizi per la collettività, non fanno che causare uno sperpero di capitale. Fondamentalmente la creazione di denaro dal nulla (ex nihilo) effettuata dal sistema bancario è identica, non esito mai a dirlo per fare ben comprendere con cosa si ha a che fare, alla creazione di denaro da parte dei falsari, per questo motivo giustamente condannati dalla legge. Nel concreto essa provoca gli stessi risultati. La differenza è chi ne trae il profitto”. ACQUISTA ONLINE IL LIBRO:
IL CUORE DEL POTERE DAL SIGNORAGGIO BANCARIO ALLA DESOVRANIZZAZIONE DEGLI STATI Questo lavoro fa finalmente luce sul signoraggio bancario, con una trattazione comprensibile e svincolata dai tecnicismi tipici delle materie economiche e finanziarie, aprendo uno squarcio su un argomento taciuto dai media generalisti e trattato con reticenza anche dalla contro informazione. ● DISPONIBILITÀ IMMEDIATA SIGNORAGGIO SECONDARIO
Il signoraggio secondario, ben più grave e molto più esteso del signoraggio primario, viene generato dalle banche di credito, tramite la facoltà di emettere quella che viene comunemente indicata come “moneta bancaria o creditizia” creandola dal nulla. In Italia, il signoraggio secondario viene praticato da tutte le banche commerciali presenti sul territorio, ed è alla base della formazione del debito privato, contratto principalmente da imprese, lavoratori autonomi e famiglie. Occorre far chiarezza su una credenza ancora assai diffusa. Molte persone credono che quando una banca concede un prestito o un mutuo o un fido o un credito sotto qualsiasi forma, stia impegnando per il “prestito” del denaro presente nei depositi di altri clienti. La realtà è ben diversa: la banca si limita ad accreditare la cifra pattuita sul conto corrente del richiedente, semplicemente digitando un numero al Pc. In pratica la banca non trasferisce al richiedente denaro reale (ricordiamo che solo le banconote e le monete metalliche, costituiscono moneta legale), ma si limita a creare moneta scritturale, senza alcun costo (moneta virtuale). Tecnicamente, i vari mezzi di pagamento (accredito sul conto corrente, assegno circolare, lettera di credito ecc.) costituiscono delle “promesse di pagamento”, quindi il termine “prestito” è quanto meno improprio poiché la banca, nel fare un accredito sul conto corrente del richiedente, non solo non trasferisce moneta legale, ma non da nulla di suo e non presta nulla. Ciò non di meno, questi mezzi di pagamento debbono essere considerati vera moneta, essendo il loro valore d’acquisto generato dalla fiducia in essi riposta dai singoli individui ed infine dalla collettività. Fiducia che si regge sulla promessa che tali mezzi di pagamento possano essere sempre convertiti dalla banca in moneta legale, ma una promessa non è una garanzia. Pertanto la banca, di fronte alla richiesta di un prestito (ad esempio di euro 50.000), accredita al richiedente moneta scritturale creata scrivendo un numero con la tastiera del Pc, moneta che non ha avuto alcun costo e non gode di alcuna garanzia di copertura. Ciò come abbiamo detto, non costituisce un vero prestito e tuttavia la banca, tramite appositi contratti, impone al richiedente la fornitura di adeguate garanzie e la restituzione del “finto prestito” che dovrà essere onorato tramite denaro vero, frutto del lavoro di chi lo dovrà rimborsare e, come se non bastasse, impone anche il pagamento di interessi. La banca alla fine, dopo aver erogato 50.000 euro in moneta scritturale in un “finto prestito”, e dopo aver ricevuto a titolo di “restituzione” 50.000 euro veri (meccanismo conosciuto con il termine di “reflusso bancario”), in pratica realizza un aumento di capitale del 100%, maggiorato degli interessi, senza che abbia speso un solo euro reale e senza che abbia prodotto né beni né servizi per la collettività. Va evidenziato che la quantità di moneta scritturale o creditizia che la singola banca può generare, è oggi sganciata dall’obbligo di riserva frazionaria di fatto irrilevante a tale scopo (come ammesso pubblicamente a fine 2019 dall’ex vicepresidente della BCE Vitor Costancio), ed è limitata in realtà solo dalla quantità di moneta che nel corso del tempo può essere richiesta ed assorbita dal mercato. Infatti, in base agli accordi di Basilea 3, emessi dalla BIS o Banca dei Regolamenti, entrati gradualmente in vigore a partire dal 2013, l’emissione da parte della banca di moneta creditizia va frazionalmente coperta tramite il patrimonio della banca. Patrimonio nel quale, vengono conteggiati gli stessi crediti concessi ai clienti, acquisiti “prestando” loro altra moneta creditizia. In pratica la banca, dopo aver effettuato un finto prestito con moneta creditizia, diviene creditrice della somma prestata, e tale credito viene utilizzato per poter emettere altra moneta creditizia. Questo spiega perché la quantità di moneta creditizia che può essere emessa dalle banche commerciali è altissima, risultando di fatto incontrollabile e ufficialmente sconosciuta. L’incremento continuo della massa monetaria che ne deriva, spiega anche perché l’emissione della moneta creditizia da parte degli istituti di credito, induca una forte inflazione monetaria. Questa, assieme all’aumento dei costi determinati dal continuo incremento della pressione fiscale, costituiscono due importanti, ma solitamente sottaciute, cause d’inflazione. Riteniamo conveniente evidenziare che la più grave conseguenza per il popolo derivante dall’attuale sistema bancario, che da decenni esercita il signoraggio primario e secondario incamerandone e sottraendone allo Stato la quasi totalità dei proventi, vada individuata nella enorme e fraudolenta sottrazione di potere d’acquisto, che viene sistematicamente operata a discapito di tutti i soggetti economici che operano nel mercato, ed a vantaggio unicamente del sistema bancario. Abbiamo visto che la Banca Centrale vende allo Stato la propria moneta creata dal nulla ed a costo zero, pretendendo di essere pagata con titoli di stato garantiti dal popolo italiano (signoraggio primario), abbiamo visto analogamente che gli istituti di credito creano dal nulla ed a costo zero il denaro creditizio, che viene fintamente prestato in cambio di denaro vero, frutto del lavoro di chi lo dovrà rimborsare (signoraggio secondario, ben maggiore rispetto al primario). Scrive in proposito il giurista e saggista Marco della Luna: “In entrambi i casi, non si tratta di creazione di ricchezza dal nulla (dal nulla si crea solo il denaro e la frode) ma di arbitraria e illegittima sottrazione di potere di acquisto della nazione da parte dei banchieri a proprio beneficio. E, dal fatto che lo Stato non solo non impedisce, ma tutela, anche in sede giudiziaria, questo sistema, abbiamo la conferma che lo Stato non è affatto sovrano o democratico, non è una res publica, ma è un bene strumentale di proprietà dei banchieri.” [1] Per meglio spiegare questo importante concetto, ricorriamo ad un esempio esemplificativo. S’immagini di essere in un paese autonomo nel quale vive e risiede una comunità di 100 persone e che ciascuno di questi 100 abitanti possegga 10 monete con cui comprare i beni ed i servizi prodotti dalla comunità. E’ evidente che il totale delle monete disponibili sarà di 1.000 e che ciascun abitante con le proprie 10 monete, possiederà un potere d’acquisto pari all’1% dei beni esistenti nel paese. Immaginiamo ora che all’interno della comunità, vi sia un banchiere che con la sua banca commerciale cominci, fingendo di prestare denaro, a rilasciare promesse bancarie di pagamento (moneta scritturale) per un valore pari a 100 monete, contro la corresponsione di un interesse del 5%. Il totale delle monete disponibili sale quindi a 1.100, e diviene del 10% più alto rispetto al totale iniziale, sebbene non vi sia stato alcun parallelo incremento produttivo. Ciò comporta nella medesima proporzione, un parallelo e generalizzato aumento dei prezzi ed implica che ciascun abitante, per continuare ad acquistare l’1% dei beni presenti in comunità, necessiterà non più di 10 monete bensì di 11. In pratica l’emissione della moneta scritturale da parte della banca, ha determinato una inflazione del 10% di tutta la moneta preesistente. Quando poi, si verifica il reflusso bancario, ossia alla banca verranno restituite tutte le 100 monete dei finti prestiti (più altre 5 per il pagamento degli interessi, che per semplicità non considereremo), si concretizzerà un grosso guadagno per la banca grazie ai proventi da signoraggio secondario. La banca in questo modo, senza aver realmente speso né prodotto nulla, diviene proprietaria di oltre il 9% del complessivo potere d’acquisto (rappresentato dalle 1.100 monete circolanti), sottraendolo a tutti i membri della comunità. Cosicché ciascun abitante vedrà scendere il proprio potere d’acquisto dall’iniziale 1% allo 0,91%. È come se la banca avesse incamerato una tassa del 9% sul capitale liquido iniziale di ciascun abitante. Ecco perché ogni volta che una banca emette moneta scritturale, sottrae valore d’acquisto a tutti i membri della comunità, ecco perché l’enorme emissione di moneta scritturale da parte delle banche costituisce la principale causa d’inflazione, ovviamente da molti taciuta. Appare ora evidente che la continua emissione di moneta scritturale da parte di tutti gli istituti di credito (privati) presenti sul territorio, anno dopo anno porti inevitabilmente al drenaggio di immense risorse economiche nelle mani dei banchieri privati, determinando a cascata gravosi effetti per i mercati, i consumatori, i risparmiatori, le piccole e medie imprese, i lavoratori autonomi, i contribuenti ed impoverendo progressivamente tutta la popolazione. Ciò rivela il grado di sudditanza dello Stato rispetto al potere finanziario privato. Infatti “, come ancora scrive Marco della Luna, “lo Stato ha ceduto alle banche private, non solo il proprio potere sovrano di creare denaro vero, di fissare il tasso di sconto e di decidere la politica monetaria del Paese, ma anche e persino il potere, ancora più radicale, di creare “denaro” creditizio dal nulla e senza limiti reali ed oggettivi, ossia di arraffarsi a spese del mercato e dei cittadini, un potere d’acquisto corrispondente alla massa di denaro creditizio così creata”. ACQUISTA ONLINE IL LIBRO:
IL CUORE DEL POTERE DAL SIGNORAGGIO BANCARIO ALLA DESOVRANIZZAZIONE DEGLI STATI Le argomentazioni presentate dall’Autore, accompagnano il lettore in un percorso di analisi e di scoperta al termine del quale risulterà naturale interrogarsi se la moneta vada ancora vista solo come mero e semplice mezzo di pagamento, o debba piuttosto essere concepita come strumento di dominio, particolarmente efficace per ridurre popoli e nazioni alla sottomissione. SIGNORAGGIO TERZIARIO
Il Signoraggio terziario, di cui parleremo brevemente, porta alla creazione della cosiddetta “moneta cartolare”, legata alla produzione di derivati ed altri prodotti altamente speculativi. Le banche e gli istituti finanziari (che quasi sempre sono loro filiazioni), operano nel mercato borsistico creando grandi quantità di titoli autoreferenti, detti “derivati”, che altro non sono che una scommessa speculativa il cui valore varia al variare del valore di una attività (che può essere di qualsiasi natura), cha fa da base di riferimento. Si tratta quindi di strumenti finanziari che non hanno un valore intrinseco, bensì derivano il loro valore da altri prodotti finanziari, o da beni reali (indicati con il termine di “sottostante”), alla cui variazione di prezzo essi sono agganciati. Si pensi ad esempio ad una scommessa sull’andamento futuro del prezzo di materie prime o di merci, ma anche di altri titoli, tassi di cambio tra diverse valute, tassi di interesse ecc. Si tratta quindi di strumenti finanziari che, ancora una volta grazie alla fiducia loro riservata dal pubblico, acquisiscono valore, analogamente a quanto accade per la moneta creditizia, e divengono “capitale” ad ogni effetto pratico. La Moneta, infatti, se è accettata, funziona esattamente come quella fisica (banconote) anche se è totalmente virtuale come la moneta creditizia, e questo accade anche per il “documento autoreferente che viene accettato negli scambi come se avesse un proprio valore intrinseco”, da qui il termine di “signoraggio cartolare”. Questi strumenti finanziari, in origine destinati ad altri scopi, negli ultimi decenni sono stati utilizzati dalle banche di tutti i paesi occidentali, quasi esclusivamente per fini speculativi. Così la creazione di moneta cartolare ha generato una espansione impressionante dell’economia finanziaria a livello mondiale. Per averne un’idea, si consideri che nel 2019, secondo i dati della banca mondiale, il PIL (il valore di tutti i prodotti e servizi generati in un anno) dell’intero pianeta è stato di 87,8 trilioni di dollari (87.800 miliardi). Ebbene, la quantità di moneta cartolare esistente oggi nel mondo non è ufficialmente conosciuta, ma viene stimata essere compresa tra i 4.000 ed i 5.300 trilioni di dollari (5,3 milioni di miliardi). In pratica la moneta cartolare esistente, per lo più corrispondente al valore monetario dei derivati, è da 45 a 60 volte più grande dell’intero PIL mondiale. Ne discende che è difficile non dar ragione a quanti ritengono che la enorme quantità di derivati esistenti oggi, non sia più collegata a beni reali e rappresenti solo “carta straccia”. Ciò dimostra, quanto pericolosa e quanto abissale sia divenuta la distanza tra economia reale ed economia finanziaria sostenuta dalle banche tramite i proventi del signoraggio cartolare. Ovviamente, in un simile contesto, risulta quantomeno illusorio ritenere che possa esistere una vera sovranità monetaria ed un autentico potere politico dello Stato. ______________ [1] - Marco della Luna e Antonio Miclavez - Euroschiavi - Dalla Truffa alla Tragedia - Arianna Editrice, 2012 |
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